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Coronavirus: perché il tasso di mortalità è più elevato nel nostro paese?

Nel nostro Paese si sta registrando un’elevata percentuale di mortalità dovuta a coronavirus, più alta rispetto a paesi come Cina o Corea del Sud. Mentre scriviamo, il tasso di letalità in Italia è del 7,2%, un valore decisamente fuori scala rispetto al resto del Mondo. Perché questo?

il confronto con l’epidemia nella Corea del sud

In Corea del Sud, nazione che conta una popolazione di 50 milioni di abitanti, la percentuale di letalità è di poco inferiore all’1% (0,89%). È utile riflettere su questa discrepanza e provare a formulare delle ipotesi sul perché si osservi questo. Sono possibili diverse chiavi di lettura, che potremmo definire di tipo virologico, assistenziale ed epidemiologico.

Una possibile ipotesi virologica

Un’ipotesi che è possibile formulare per spiegare tale discrepanza di dati è che il virus in circolo nel nostro paese sia più “potente” rispetto a quello che ha colpito la Corea. Questa spiegazione non trova però conferma in nessuno studio scientifico riguardante i ceppi del virus. Il coronavirus covid-19, nel tempo, ha si modificato le sue caratteristiche genetiche, ma non così tanto da giustificare questa differenza di letalità. Questa prima ipotesi, dunque, sembrerebbe per il momento da escludere.

Una differenza dovuta al sistema sanitario?

Un’altra possibile spiegazione potrebbe essere legata ad una maggiore capacità di gestire l’emergenza da parte del sistema sanitario coreano. Anche questa ipotesi sembrerebbe da escludere, poiché il nostro sistema sta garantendo le migliori cure a tutti i malati. Per quanto riguarda le competenze delle risorse umane: i nostri medici, rianimatori in primo luogo, sono all’avanguardia nel mondo.
Per quanto riguarda le risorse strumentali: il livello di saturazione delle terapie intensive è certamente un problema da gestire, ma non possiamo avere dubbi sui livelli di assistenza che il sistema sta garantendo a chi ne necessita.

Una differenza dovuta alla diagnostica dei casi

Le spiegazioni epidemiologiche sembrano essere l’unica via per comprendere questo fenomeno in maniera razionale. In primo luogo c’è da considerare che la nostra popolazione ha un’età media molto più elevata rispetto alla corea del sud, di conseguenza le persone anziane esposte al contagio ed alla morte sono di più.

In secondo luogo, e questo è il dato più importante cui fare riferimento, c’è il fatto che probabilmente il numero di persone infette è maggiore rispetto a quello rilevato. A confermare questo sospetto ci sono i dati relativi alla letalità nelle due regioni che hanno effettuato il maggior numero di tamponi in Italia, Lombardia e Veneto. In Lombardia (32.700 tamponi effettuati) si attesta al 9% mentre in Veneto (25.700 tamponi effettuati) al 2,6%. Una differenza notevole, che probabilmente è dovuta al fatto che in Lombardia, essendo la situazione più grave, si sono effettuati tamponi prevalentemente alle persone più gravi.
A conferma di questo è il dato relativo al “destino” dei pazienti nelle due regioni: in Lombardia più del 60% (60,8%) dei pazienti con tampone positivo ha richiesto l’ospedalizzazione; in Veneto “solo” poco più del 32% (32,2%). In altre parole, il numero di casi in Lombardia è probabilmente molto maggiore, e verosimilmente la letalità nelle due regioni è simile: quello che è diverso è il numero di pazienti infettati che viene rilevato. Pochi in Lombardia, di più in Veneto. In altre parole in Lombardia si vede solo la punta (meno fortunata) dell’iceberg.
Questi dati ci devono convincere che evitare il contagio è il modo migliore per combattere il virus e che quanto stiamo facendo tutti noi in questi giorni è necessario affinché la situazioni non peggiori. Il virus in Italia non uccide di più rispetto agli altri paesi, ma dobbiamo evitare che l’epidemia si diffonda ulteriormente.

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1 Comment
  1. […] “Coronavirus: perché il tasso di mortalità è più alto nel nostro paese?” .Leggi l’approfondimento >> […]

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